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RITOCCO ESTETICO: PER IL 10% è DROGA

Inserito il 11-05-2011 alle ore 18:14:08 - Autore: Sara Belotti

Le operazioni di chirurgia creano dipendenza, soprattutto alle donne.

Negli ultimi decenni, gli interventi chirurgici a fini estetici sono entrati a far parte stabilmente della prassi medica. Nicolò Scuderi, professore ordinario di chirurgia plastica all'Universita La Sapienza di Roma, ha dichiarato che le operazioni di chirurgia come lifting o la liposuzione, o la più recente e meno invasiva tecnica del lipofilling, o ancora i ritocchini estetici con filler o botulino possono indurre dipendenza.

Il 10% delle persone che subisce qualche trattamento estetico, dopo la prima volta, non riesce a smettere e continua a sottoporvisi anche senza ragione. La dipendenza da inteventi estetici riguarda soprattutto le giovani donne, ma non mancano gli uomini.

Si inizia con il lifting e poi si passa a collo, alle palpebre. Oltre al ritocchino ci sono anche quelli che ricorrono a liposoluzioni a ripetizione.

Un noto istituto di ricerche di mercato ha intervistato 10mila soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni, in Cina, Corea del Sud, Stati Uniti, Germania e Italia chiedendo loro opinioni sulla chirurgia estetica.

I risultati mostrano che ben il 55% degli intervistati non disdegna la possibilità di ricorrere a un ritocco, oggi o in un futuro prossimo. A guidare la classifica di coloro che sono già ricorsi agli interventi estetici sono i 2 Paesi asiatici, con il 37%, seguiti da Europa (22%) e Stati Uniti (20%). Le ragioni sono diverse.

La metà delle persone sarebbe spinta dal bisogno di cambiare una parte specifica del proprio corpo, mentre il 15% lo farebbe per ringiovanire. Per noi europei invece, rughe e borse sono i fattori che fanno scattare la scintilla del ritocco. Per quanto riguarda gli italiani, il 34% vorrebbe migliorare i denti; il 27% il naso e il 29% i glutei.

Se abbiamo deciso di ricorrere al chirurgo estetico e dobbiamo scegliere a quali mani affidarci, dovremmo tenere in considerazione alcuni aspetti:
- in Italia su 5.000 chirurghi estetici solo 1.000 sono effettivamente specializzati. La prima regola è quindi quella di affidarsi soltanto a chi sia in possesso di specializzazione e abbia un buon curriculum;
- il lavoro del chirurgo dipende anche dalla squadra e dai mezzi che ha disposizione. La struttura deve essere riconosciuta dall'Azienda sanitaria locale;
- il professionista sa ben ascoltare e consigliare, ma deve sapere ancora sconsigliare il bisturi se non è necessario;
- i prezzi di saldo nascondono strutture o medici non all'altezza, quindi i bassi costi non devono essere la discriminante nella scelta del medi

Negli ultimi decenni, gli interventi chirurgici a fini estetici sono entrati a far parte stabilmente della prassi medica. Nicolò Scuderi, professore ordinario di chirurgia plastica all'Universita La Sapienza di Roma, ha dichiarato che le operazioni di chirurgia come lifting o la liposuzione, o la più recente e meno invasiva tecnica del lipofilling, o ancora i ritocchini estetici con filler o botulino possono indurre dipendenza.
 
Il 10% delle persone che subisce qualche trattamento estetico, dopo la prima volta, non riesce a smettere e continua a sottoporvisi anche senza ragione. La dipendenza da inteventi estetici riguarda soprattutto le giovani donne, ma non mancano gli uomini.

Si inizia con il lifting e poi si passa a collo, alle palpebre. Oltre al ritocchino ci sono anche quelli che ricorrono a liposoluzioni a ripetizione.

Un noto istituto di ricerche di mercato ha intervistato 10mila soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni, in Cina, Corea del Sud, Stati Uniti, Germania e Italia chiedendo loro opinioni sulla chirurgia estetica.

I risultati mostrano che ben il 55% degli intervistati non disdegna la possibilità di ricorrere a un ritocco, oggi o in un futuro prossimo. A guidare la classifica di coloro che sono già ricorsi agli interventi estetici sono i 2 Paesi asiatici, con il 37%, seguiti da Europa (22%) e Stati Uniti (20%). Le ragioni sono diverse.

La metà delle persone sarebbe spinta dal bisogno di cambiare una parte specifica del proprio corpo, mentre il 15% lo farebbe per ringiovanire. Per noi europei invece, rughe e borse sono i fattori che fanno scattare la scintilla del ritocco. Per quanto riguarda gli italiani, il 34% vorrebbe migliorare i denti; il 27% il naso e il 29% i glutei.

Se abbiamo deciso di ricorrere al chirurgo estetico e dobbiamo scegliere a quali mani affidarci, dovremmo tenere in considerazione alcuni aspetti:
- in Italia su 5.000 chirurghi estetici solo 1.000 sono effettivamente specializzati. La prima regola è quindi quella di affidarsi soltanto a chi sia in possesso di specializzazione e abbia un buon curriculum;
- il lavoro del chirurgo dipende anche dalla squadra e dai mezzi che ha disposizione. La struttura deve essere riconosciuta dall'Azienda sanitaria locale;
- il professionista sa ben ascoltare e consigliare, ma deve sapere ancora sconsigliare il bisturi se non è necessario;
- i prezzi di saldo nascondono strutture o medici non all'altezza, quindi i bassi costi non devono essere la discriminante nella scelta del medico.  













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Professore a contratto presso la scuola di specializzazione chirurgia plastica, ricostruttiva e estetica Università Cattolica del Sacro Cuore Roma. Il dr. Borghini Gabriele si occupa di chirurgia plastica, ricostruttiva e di chirurgia estetica, quindi, d'interventi di chirurgia estetica del seno, viso e corpo




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